I valori di un’amicizia e un mondo alla rovescia che non vede la crisi climatica e dell’umanità, nonostante il grido del Santo Padre

Come nasce un’Amicizia!

Mi piace raccontare l’inizio di un’amicizia, nata sugli scogli del mare di Vulcano. Gli amici e conoscenti, cui giunge il nostro giornale, mi perdoneranno, ma penso che una riflessione sull’amicizia non dispiacerà, come non dispiace a me ricordarla.
In questi giorni, prima mi è arrivato, su Whatsapp, un articolo su “La crisi climatica, la crisi dell’umanità e le parole del Santo Padre Francesco”, che troverete qui di seguito pubblicato, poi una telefonata di Mario Piero Motta, ingegnere e tecnico straordinario nella gestione delle acque. Non a caso, prima di andare in pensione, si occupava proprio dell’organizzazione delle acque al Comune di Palermo.
Ma in tutto questo: cosa c’entra l’ingegnere Motta, con me Nicola?</
Un bel po’ di anni fa, insieme alla mia famiglia, andai in vacanza nell’isola di Vulcano, una delle sette dell’arcipelago eoliano, una meravigliosa località siciliana. Lì conobbi Mario, a sua volta, in vacanza con la sua famiglia.
Fu un fulmine a ciel sereno, anche se il tempo trascorso insieme fu solo di qualche giorno, intenso di affetto, al punto che ci indusse ad andarlo a trovare al suo paese, Bolognetta, prima di far ritorno a Paestum. Ed anche qui furono giorni straordinari, ovviamente conclusisi con l’impegno reciproco di rivederci a Paestum.  Mario e la sua famiglia furono di parola e davvero vennero a Paestum. Da allora, anche se a distanza, la nostra amicizia è cresciuta sempre di più, mentre i componenti delle nostre famiglie si sono allontanati per trasferimenti, lavoro e matrimoni.
Ancora oggi ci sentiamo e ci “messaggiamo”, sempre con la promessa che ci dobbiamo ri-incontrare.  Avverrà? Non lo so, visto che da anni ce lo promettiamo, ma come spesso accade le vicissitudini della vita congelano le promesse di due amici.
Sì, siamo amici. Ormai posso dirlo con forza, perché tra me e Mario c’è una grande stima e il desiderio di essere sempre legati, anche se a distanza.
Nel nostro caso, l’amicizia è nata da un “colpo di fulmine” formato da interazioni positive che, nel corso degli anni, si è consolidata mediante il sostegno emotivo e, soprattutto, la fiducia, anche se a distanza.
Si dice che la vera amicizia non consiste nell’essere inseparabili, ma nell’essere in grado di separarsi, senza che nulla cambi. Sono in molti gli studiosi che sostengono che le vere amicizie sono eterne.
In uno studio pubblicato, nel 2009, su Nature (antica e importante rivista scientifiche, in lingua inglese, che viene pubblicata dal 1869), un gruppo di ricercatori evidenziò che esistono due aree del cervello che diventano particolarmente scatenante, quando si incontra un estraneo: l’amigdala (agglomerato di nuclei nervosi che riguarda entrambi i lobi temporali del cervello, nella parte interna, che gestisce le emozioni e produce l’ormone noradrenalina) che, quindi, si occupa delle emozioni, e la corteccia cingolata posteriore, legata alla memoria che può assegnare un valore ad una persona.
Per cui, gli stimoli biologici danno vita alla condivisione di valori comuni che si concretizzano nell’evoluzione delle relazioni umane, nel corso del tempo.
Come pure nel corso della storia, l’amicizia è stata spesso celebrata anche attraverso opere letterarie e artistiche ed è rimasta una fonte di ispirazione e riflessione, attraverso i secoli.
Tra il sottoscritto e Mario si è creata un’amicizia che viene percepita come un rapporto basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca. Come dice un detto:  “Chi trova un amico trova un tesoro”.
Qui di seguito troverete l’articolo dell’amico, ing. Mario Motta, dal titolo: “La crisi climatica, la crisi dell’umanità e le parole del Santo Padre Francesco.

Ing. Mario Motta

La crisi climatica, la crisi dell’umanità e le parole del

Santo Padre Francesco

Siamo in mezzo ad una tempesta globale che nella sua complessità interessa sia il clima sia l’umanità. In sintonia con questo pensiero, proprio stamani, nel leggere il “Messaggero”, ho trovato questo articolo:
IL PRESSING DI PAPA FRANCESCO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO, MINACCIA PER L’UMANITÀ ORMAI DIETRO L’ANGOLO: «BISOGNA FARE PRESTO»
Non c’è più tempo. Ne parla con toni angosciati.  «Lo spettro del cambiamento climatico incombe su ogni aspetto dell’esistenza, minacciando l’acqua, l’aria, il cibo e i sistemi energetici». Papa Francesco davanti a scienziati e climatologi invitati in Vaticano per un incontro sul clima chiede di nuovo al mondo di adottare approcci universali e un’azione rapida e risoluta, in grado di produrre cambiamenti e decisioni politiche». Sottolinea che bisogna invertire al più presto la curva del riscaldamento, cercando di dimezzare il tasso di riscaldamento nel breve arco di un quarto di secolo (*1).
In primo luogo, l’umanità con le sue guerre, gli esodi, la perdita dei valori morali, il forte calo delle nascite, la recente pandemia, il mancato rispetto dei diritti umani, la fame e la carestia nel mondo; in secondo luogo, la crisi climatica, l’inquinamento, le siccità, le inondazioni, le microplastiche, il rischio di perdere la biodiversità: questi fenomeni spesso si intrecciano tra loro e talvolta uno è causa dell’altro.
Sono proprio numerose le amarezze che affliggono questo mondo e che frenano i nostri entusiasmi e le nostre speranze. Qual è il nostro futuro?  e cosa possiamo fare noi tutti?
Io ritengo che una grande sfida ci attenda, umana, morale, culturale e imprenditoriale e mi piace segnalare che, a dispetto di tanti “uomini politici…” o presunti tali, è proprio da Papa Francesco ci viene data una forte sollecitazione con alcuni suoi scritti.
In particolare, accolgo e ringrazio di cuore Papa Francesco per la sua esortazione Laudate Deum che posso definirla come un grido di preoccupazione ma anche un rimprovero verso il mondo economico-politico che non vuole affrontare con serietà il problema della crisi climatica e avviare da subito soluzioni idonee.
Ma vale la pena ascoltare direttamente le parole scritte dal Papa Francesco, nel suo recente documento Laudate Deum, al punto 2:
Sono passati ormai otto anni dalla pubblicazione della Lettera enciclica Laudate Si’, quando ho condiviso le mie accorate preoccupazioni per la cura della nostra casa comune. Ma, con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza..…non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti …..  poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. (*2):
Sono parole chiare, eloquenti, potenti. Ma come mai Papa Francesco è arrivato a questo?
Nella lettera enciclica Laudato Si’ del 2015 (*3) aveva trattato le questioni climatiche in un contesto equilibrato e coerente tra le massime conoscenze del mondo scientifico e del mondo teologico sul creato e sulla cura del creato, che l’uomo deve rispettare. Ma ancora una volta la politica, gli interessi finanziari ed industriali (complici i potenti della terra) hanno disatteso le giuste e immediate decisioni: atti legittimi e necessari che aspettiamo da decenni ormai. Il guaio è che, ancora oggi, sottovalutando questi temi riteniamo di avere ancora abbastanza tempo per invertire la rotta, e così l’umanità rimanda tutto nei prossimi decenni. Ma stiamo sbagliando e purtroppo non lo dico soltanto io.  Ecco cosa dice al punto 18:
È quindi urgente una visione più ampia, che ci permetta ……di prestare attenzione ad altri effetti che probabilmente un secolo fa non si potevano nemmeno immaginare. Non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo.
Inoltre, consiglio la lettura di altre sue osservazioni nel Laudate Deum: ai punti: 5, 7, 11, 13, 15, 16, 17, 29, 34, 35).
Lo devo dire. Mi ha particolarmente colpito, nella lettura del Laudate Deum, l’energico appello al comportamento attivo e vigilie che il cittadino deve avere nei confronti della politica. Degno di un saggio ed abile politico; ecco cosa scriveva al successivo punto 38:
La globalizzazione favorisce gli scambi culturali spontanei, una maggiore …. modalità di integrazione dei popoli che porteranno a un multilateralismo “dal basso” e non semplicemente deciso dall’élite del potere. Le istanze che emergono dal basso in tutto il mondo, dove persone impegnate dei Paesi più diversi si aiutano …..possono riuscire a fare pressione sui fattori di potere. È auspicabile che ciò accada per la crisi climatica. Perciò ribadisco che se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – non è possibile un contrasto dei danni ambientali. e poi chiarisce al punto 43:
Tutto ciò presuppone che si attui una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace. In tale contesto, sono necessari spazi di conversazione, consultazione, arbitrato, risoluzione dei conflitti, supervisione e, in sintesi, una sorta di maggiore “democratizzazione” nella sfera globale, per esprimere e includere le diverse situazioni. Non sarà più utile sostenere istituzioni che preservino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti.
Queste le sue considerazioni. E mi chiedo, qual’è l’impegno dei nostri politici? E, ancora:  noi invece, veramente non possiamo fare niente?
Ho iniziato ad affrontare questo tema, all’ interno della nostra associazione (che si occupa di cultura, ambiente, storia locale e territorio) che lo ha ritenuto non solo eticamente interessante ma anche allarmante e di vitale importanza per l’umanità.
Condividendo le preoccupazioni del Papa, a tutela del nostro pianeta, ci siamo subito convinti dell’opportunità di intraprendere attivamente un percorso di sensibilizzazione (conoscenza e condivisione), avviando tavoli di discussione e studiando proposte ed iniziative possibili..
Non possiamo essere passivi di fronte a tutto questo. Tutti sanno che la consapevolezza è il primo atto per avviare i processi di soluzione dei problemi. Ma non basta, occorre una azione incisiva che realizza la “fase di maggiore controllo delle istituzioni” suggerita dal pontefice al punto 38. Per andare oltre, serve analizzare e proporre soluzioni efficaci per cercare di invertire lo scenario, e poi il coraggio e la determinazione di attuarle da subito. Sperando che ciò si utile, quantomeno, per evitare di peggiorare la situazione.
Mi piace condividere le nostre intenzioni e le ipotesi di lavoro, precisando che questa è solo l’inizio della nostra:
a)-Avviare un collegamento con il sito del movimento nazionale Laudato Si’ (*4) e collaborare anche con la vicina associazione Laudato Si’ di Palermo; La piattaforma di Iniziative permette alla Chiesa universale e a tutte le persone di buona volontà di rispondere alla enciclica di Papa Francesco sulla cura della nostra casa comune;
b)-Attuare una azione costante di sensibilizzazione verso il mondo circostante (incontri, confronti con esperti, analisi di proposte/suggerimenti) e ci vorremmo impegnare a comunicare con la scuola, le associazioni che operano nel territorio e le giovani generazioni per l’educazione ambientale;
c)-Arrivare ad audaci riflessioni: Analizzare e valutare, con un approccio rigorosamente scientifico, un insieme di regole (es. un decalogo) di principali azioni o cambiamenti di abitudini, concretizzando comportamenti rispettosi del pianeta nella vita quotidiana, nelle nostre famiglie, in casa o al lavoro. Ad esempio: possiamo attuare una decisa politica sugli acquisti (con, innanzitutto l’acquisto a km zero); modificare anche il nostro stile di vita, ad esempio: abolire alcuni tipi di cibi o prodotti; rivedere alcuni comportamenti). Così potremmo influenzare e pilotare (dal basso) il mondo esterno, commerciale/economico connesso;
d)-Studiare suggerimenti e proposte indirizzandole al mondo politico locale e regionale.  E’ fondamentale la presa di coscienza e consapevolezza per giungere ad un impegno urgente, rigorosamente scientifico, e concreto. Stimolare le autorità a capire realmente il problema che abbiamo davanti, nella sua gravità e drammaticità e affrontarlo in sinergia di vedute con le altre istituzioni politiche.
Gli argomenti in questione sono complessi e ognuno deve fare la propria parte.
Ho pensato di concludere con due temi rilevanti e significativi; il primo dei quali si riferisce alla grave siccità che ha colpito la mia terra, la Sicilia, e di cui voglio dare una mia testimonianza:
1.da anni, ormai, gran parte del territorio della Regione Siciliana è in piena emergenza idrica.  Si è avviato anche il razionamento della fornitura di acqua col   coinvolgimento di oltre 1 milione di abitanti. E occorrono ulteriori misure serie, anche di emergenza. In tutti gli invasi è possibile notare, a distanza di un anno, un dimezzamento generale del volume di acqua; ed in alcuni casi gli invasi appaiono quasi vuoti; ma lo scenario reale è ancora più grave.
In data 6 maggio 2024, Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia, come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per una durata di 12 mesi, stanziando i primi 20 milioni di euro (che già distanza di poche settimane appaiono insufficienti) … Alla riunione a Palazzo Chigi ha partecipato anche il presidente della Regione, … stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione. (*5)  
L’acuirsi del fenomeno della siccità e della desertificazione è sempre più palese e produce danni sia all’agricoltura sia agli allevamenti di animali. Notando queste anomalie ho voluto approfondire personalmente questo problema, con un esperto del settore: mi ha confermato che la situazione è veramente pesante.
Nel territorio limitrofo a dove abito, quest’anno la crescita di erba si è dimezzata e talvolta in alcune zone vicine non cresce o secca subito dopo. Sono tanti gli allevatori che si lamentano del poco foraggio, ed è iniziata la corsa agli acquisti dal nord d’Italia.  In alcune zone dell’interland Siciliano il grano piantato non è cresciuto e le piante si sono bruciate per l’aridità, con perdita del prossimo raccolto. Questo triste e preoccupante fenomeno l’ho constatato personalmente nelle colline attorno a Vicari (PA). Mi giunge voce che accade anche in provincia di Enna nel centro dell’isola. Chi viaggia, queste cose le vede: Mi risulta che, finora, solo la zona a nord est della Sicilia (la fascia dei Monti Nebrodi) sembrerebbe meno interessata del diffuso fenomeno.
2-E infine desidero concludere con un argomento, un segnale alquanto particolare, che dimostra come le cose possono iniziare a cambiare. C’è un nuovo diritto fondamentale dell’uomo: il diritto ad un clima sano. Vorrei pertanto ricordare la recente sentenza della corte Europea di Strasburgo, in merito alla tutela del clima e dei diritti fondamentali dell’uomo, la quale sancisce il diritto ad un clima sano a protezione della nostra vita e del nostro futuro. La crisi climatica e le calamità non consentono un adeguato livello di vita. La corte Europea ha condannato pertanto la Svizzera per mancate misure a protezione del cambiamento climatico. E non è un caso isolato.
Ma devo concludere, e stavolta veramente, con le parole, saggie ed emblematiche, del Santo Padre Francesco (punto 70 del Laudate Deum):
Ricordare che non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali,  senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali,  e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone.
                                                                                                                 Mario Piero Motta*
Dirigente in pensione, Ingegnere*

 

Bibliografia

  • (*1)   Articolo sul giornale “il Messaggero” del 16-5-2024, di Franca Giansoldati.
  • (*2)  Laudate Deum Esortazione apostolica a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica.  Papa Francesco, 2023
  • (*3)  Lettera enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune – libreria editrice Vaticana – 2015
  • (*4)  Sito on line https://piattaformadiiniziativeLaudate ‘si.org/iscriviti/
  • (*5)  Dal sito regione SICILIA, https://www.regione.sicilia.it/ .

 

 

About Redazione